Benigni e Troisi - La lettera a Savonarola
maggio 16, 2014I due, preoccupati delle sorti di Vitellozzo e dei suoi familiari, decidono di scrivere una lettera a Savonarola per fermare la spirale di violenza e oppressione.
Mario (Troisi) è preoccupato delle conseguenze di qualche parola interpretata malamente dal "Santone" ed infarcisce la lettera di ossequi e riverenze. Il saluto finale è geniale!
Estate quasi 1500.
Caro Savonarola... Santissimo Savonarola, quanto sei bello, quanto ci piaci a noi due! Scusa le volgarità eventuali. Santissimo, potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi, eh... Savonarola, e che è, oh... diamoci una calmata, eh, oh... e che è? Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che questo o quello, pure per te, oh. Noi siamo due personcine perbene che non facciamo male a nessuno, che non farebbero male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi, no, no, anzi, varrai più di una mosca.
Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere. I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti, sotto.
La lettera a Savonarola di Benigni e Troisi è una citazione di un'altra famosa missiva scritta a quattro mani, quelle di Totò e Peppino nell'altrettanto famoso film Totò, Peppino e la Malafemmina.
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